Dopo l’unificazione dei comuni di Pescara e Castellammare nel 1927, la giunta comunale si prese l’incarico di intitolare diverse strade che non avevano un nome
Dopo l’unificazione dei comuni di Pescara e Castellammare nel 1927, la giunta comunale si prese l’incarico di intitolare diverse strade che non avevano un nome, ma una semplice numerazione. Nel 1931 sotto l’amministrazione del podestà Giacinto Forcella, furono dati diversi nomi alle strade dell’area di espansione dell’ex Castellammare (corso Vittorio, stazione, Corso Umberto, piazza Italia): ricordiamo via Spalti del Re, via Caduta del Forte, via de Caesaris, via Ancona, via Rimini, le strade dedicate ai poeti di via Dante, via Petrarca, via Boccaccio, via Tasso, via Ovidio, i nomi delle strade alle montagne: via Maiella, via Monte Corno, via Gran Sasso, nell’area della Pineta: via d’Avalos, via Michetti, via Tosti, via Patini…
Nel 1934 sotto il commissario prefettizio Arcangelo Cirmeni, furono aggiunte le strade dell’area di espansione “Porta Nuova”: di via Delfico, via Carlo Madonna, via Luca da Penne, via Muzio Pansa, via Saliceti, via Tripoti, via de Virgiliis, D’Ortensio, Mezucelli (tutti patrioti abruzzesi del Risorgimento, su consiglio di Polacchi); ricordiamo anche strade che poi vennero cambiate, come via dei Fasci Abruzzesi. Nel 1938 durante l’amministrazione del podestà Emidio Ghiotti, si nominano nuove strade, nelle quali prevale l’interesse per il Risorgimento italiano e per i protagonisti della Grande Guerra (circa la toponomastica): via D. de Caesaris, lungaterno Marconi (poiché viale Marconi si chiamava Corso Principe di Piemonte), via Diaz, via Cadorna, via Quarto dei mille, via Giambattista Polacchi (deduciamo che il Poeta Polacchi era sempre vicino alle amministrazioni in questo periodo, per la toponomastica).
Dopo la seconda guerra mondiale, nel 1947, c’è un sentimento di rifiuto della politica nei confronti della vecchia monarchia sabauda, tanto che anche le due grandi arterie di corso Vittorio e corso Umberto vengono cambiate: durante l’amministrazione del 1927 corso Vittorio diventa corso Italia, corso Umberto è corso Indipendenza, piazza Vittorio diventa piazza Gramsci (oggi piazza I Maggio), corso Principe di Piemonte (viale Marconi) diventa Corso Nazionale (per il sentimento patriottico, e per il fatto che vi passa la strada statale adriatica), piazza Vittorio Emanuele III diventa piazza Rossini, via Reale diventa via della Repubblica.
Nella deliberazione del 1951 della giunta, sono cambiati dei nomi di strada, in barba a quanto Polacchi progettava. Polacchi desiderava, quando fu chiamato dalla commissione nel 1949, mettere in risalto i nomi dei patrioti abruzzesi del Risorgimento, i martiri del 1799, i protagonisti del Governo Borbonico, e della storia d’Abruzzo. Al contrario, come ebbe a rammaricarsi, l’amministrazione preferì per la toponomastica i nomi dei capoluoghi di provincia dell’Italia, i nomi dei poeti, inserendo nomi di poeti latini anche per le viuzze dell’antico quartiere Porta Nuova, non ascoltando i suggerimenti di Polacchi, che preferiva fosse mantenuta la toponomastica storica, come Piazza Panificio (oggi piazza Unione), via delli Quartieri (via dei Bastioni), via dell’Ospedale vecchio (via Petronio), ecc., rimanendo profondamente offeso per l’intitolazione dell’ex piazza XX settembre (oggi E. Alessandrini) al filosofo latino Cicerone, ritenendole delle corbellerie. Riuscì a fare in modo che venisse mantenuta via Conte di Ruvo, anche se preferiva che, in ossequio al martire del 1799, si chiamasse VIA CONTE ETTORE CARAFA. Nell’ambito della ridenominazione delle strade nel 1951, volendo l’amministrazione stabilire un equilibrio tra l’attualità e il contesto storico di sentimento patrio verso i protagonisti della Grande Guerra, come Luigi Cadorna, ridenominarono via XX Settembre in via Trento, via Cadorna in via Trieste, via P. de Virgiliis in via Potenza, via Martiri Angolani 1814 in via Messina, via Carducci in via Campania, via D. de Caesaris in via Calabria, via F. Farina in via Campobasso, via Mambelli in via Catania, via Saliceti in via Siena, via Pascoli in via Bari, via M. Attendolo Sforza in via Forca di Penne, via R. D’Ortensio in via Bocca di valle, via Quarto dei Mille in via Campo imperatore, via Tito Acerbo in via Michelangelo, via Laccetti in via Brunelleschi ecc.
Naturalmente in questi anni, man mano che cresceva l’urbanistica, diverse strade nuove che vennero a crearsi furono nominate, sempre con nomi di città italiane, o di località d’interesse dell’Abruzzo (montagne, mari, laghi, ecc.). Il Polacchi, come possiamo vedere, ne rimase profondamente contrariato: i nomi che erano stati apposti già negli anni ’30, che ricordavano personaggi abruzzesi del Risorgimento (sempre per quel progetto sempre sostenuto dal Polacchi di dare a Pescara una storia attraverso i fatti del passato e gli uomini illustri) e non solo, erano stati cancellati e sostituiti con nomi di capoluoghi, o con nomi di personaggi italiani della classicità.
Dopo la morte del Poeta nel 1988 a Pescara, i discendenti, in particolare Gerardo e Maria Antonietta Polacchi, si sono impegnati affinché il Poeta venisse ricordato nello stradario pescarese e italiano. Tra le prime strade che gli furono intitolate, sono via Polacchi a Penne, nel 1994 in occasione del centenario della nascita, una targa è stata affissa alla casa natale su corso Emilio Alessandrini di Penne. Con l’espansione del quartiere Alcyone a confine con Francavilla, due strade sono state dedicate a Polacchi rispettivamente in Pescara e Francavilla. A seguire un piccolo vicolo è stato dedicato a Polacchi lungo via M. Della Porta a Guardiagrele, poiché il Polacchi fu intimo amico ed estimatore del poeta guardiese. Nella frazione Appignano di Castiglione Messer Raimondo è stato dedicato il Largo Castello a Polacchi, con una targa affissa all’ingresso del palazzo baronale, dove il Poeta trovò rifugio durante la seconda guerra mondiale. In Pescara, in occasione del centenario della nascita nel 1994, è stata affissa una targa ancora oggi presente all’atrio del liceo classico D’Annunzio, per commemorarne la memoria. Il Preside Giuseppino Mincione aveva scritto anche un distico in latino in onore del Poeta, da far scolpire e affiggere nell’aula magna dello stesso liceo, ma senza esito. Nel 2007 è stata dedicata anche la scuola media “S. Panfilo” di Penne a Polacchi. Inoltre, i discendenti si sono adoperati per far intitolare una strada al Poeta a Roma nel quartiere Bufalotta, mentre a Bologna gli è stata dedicata la rotatoria nei pressi dello scalo ferroviario S. Donato. Infine al Poeta è dedicata una strada di Chieti scalo e un’altra a L’Aquila nel quartiere S. Lorenzo. Attualmente, gli eredi di Polacchi stanno portando a compimento, in collaborazione con l’amministrazione comunale Russo, l’iter per la dedicazione al Poeta di una piazza a Francavilla.
Testo del dottor Angelo Iocco, editing e impaginazione di Alice Falone e Elena Maria d’Amario della classe IV βγ a.s. 2023/2024.